Oggi, 21 Marzo, è la giornata internazionale della poesia.
Istituita dalla XXX sessione della Confederazione generale dell’UNESCO nel 1999, questa giornata coincide perfettamente con l’inizio della primavera, come a voler sottolineare la grazia, la pace e la proficuità di questi componimenti che sono la perfetta unione tra lingue, culture ed usanze differenti.
Ma come nasce la poesia?
La parola POESIA , dal greco ποίησις, significa creazione: un componimento in metrica (una vera e propria lettura di suoni) scritto in versi.
La nascita della poesia risale a prima della nascita della scrittura come componimenti orali cantati dai cantastorie (es. nell’antica Grecia dagli aedi e rapsodi) che narravano storie antiche e moderne, cantavano della nascita dei fenomeni naturali e degli dei. Erano spesso accompagnati dallo strumento musicale dell’epoca, la lira.
La metrica più diffusa è sicuramente l’esametro
Le sue funzioni sono prettamente due: funzione informativa o emotiva, e funzione uditiva. Tutte queste funzioni, per essere soddisfatte, hanno bisogno di un cambiamento, di forma, di linguaggio nella stesura del componimento.
Vi è anche una terza funzione, utilizzata per lo più per la decantazione dei versi davanti ad un pubblico, ed è quella del linguaggio del corpo: quest’ultima, utilizzata moltissimo nei teatri, prevede una conoscenza della dizione e della recitazione perfetta.
La poesia si è fatta largo nei secoli per catapultarci, con i sui versi, nelle storie dei nostri avi, nelle emozioni forti, passionali e struggenti dei poeti.
Vi lascio qui sotto un bellissimo componimento del francese Jean Jacques Prèvert:
Paris at night
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vedere tutto intero il tuo volto
Il secondo per vedere i tuoi occhi
Il terzo per vedere la tua bocca
E l’oscurità intera per ricordare tutto questo
Mentre ti stringo fra le braccia.